Lunedì 16 novembre
W.A. Mozart, Quartetto K 465 "Dissonanze"
C. Debussy, Quartetto op 10 in Sol minore
Marco Fiorini e Biancamaria Rapaccini, violino
Carmelo Giallombardo, viola
Alessandra Montani, violoncello
Auditorium dell'Istituto, ore 16.10. Ingresso libero.
Programma
W. A. MOZART : Quartetto K 465 “Dissonanze”
1. Adagio-Allegro
2. Andante cantabile
3. Menuetto
4. Allegro molto
C. DEBUSSY : Quartetto op 10 in Sol minore
1.Animé et très décidé
2.Assez vif et bien rythmé
3.Andantino, doucement expressif
4.Très modéré - En animant peu à peu - Très mouvementé et avec passion
Il Quartetto in do maggiore K. 465 chiude il celebre gruppo di sei che Mozart dedicò a Haydn che come riferì Leopold Mozart in una le1era del 13 febbraio 1785 alla figlia Nannerl dopo avere ascoltato i tre ultimi Quartetti si espresse così: «suo figlio è il più grande compositore ch'io conosca di persona e di fama - ha gusto e soprattutto la più grande scienza della composizione». A proposito del sesto della serie, tante furono invece le perplessità e lo scandalo che il suo Adagio introduttivo suscitò dall'uscita alle stampe e ancora a lungo nell'Ottocento persino presso i più fanatici mozartiani, guadagnando all'intero Quartetto il nome di «Quartetto delle dissonanze». L'arditezza dei rapporti armonici, istituiti dalla frase che il primo violino ripete al principio, è innegabile: tale anzi da considerarla oggi tra le prove della modernità di Mozart. Il primo tempo brioso e limpido come pochi altri, e tuttavia volto a testimoniare l'attualità del contrappunto nei termini del «gusto» settecentesco, largamente alimentandosi del gioco delle imitazioni cui da luogo quel primo tema. Segue l'Andante cantabile che lo Jahn giudicherà il migliore dei movimenti lenti quartettistici di Mozart per «bellezza e finezza di forma, profondità e intensità d'espressione», e dove il canto permea il discorso dei quattro strumenti avanti di espandersi con la nuova frase affidata al primo violino poco innanzi l'epilogo. Nel Minuetto, articolato come un tempo di sonata, l'eleganza leggera della prima proposizione, seguita dalle risolute risposte all'unisono, domina alla fine, in contrasto col Trio su cui si allunga l'ombra di una patetica tristezza. Il Finale offre un'altra prova dell'arte inimitabile di associare sapienza e naturalezza come nell’elogio di Haydn. Considerevolmente esteso questo Allegro molto riserva più di un'affascinante imprevisto, come il mi bemolle maggiore del terzo tema nella prima parte; il grande sviluppo modulante che segue a una pausa improvvisa, avviato sull'inciso iniziale del primo tema; la ricchezza di deduzioni con cui violino e violoncello variano la ripresa, dapprima identica all'esposizione ma in un'altra tonalità inattesa: il la bemolle maggiore in luogo della tonica.
Composto nel 1893 ed eseguito alla Société Nationale di Parigi il 29 dicembre di quello stesso anno dal celebre "Quarte1o Ysaye", il Quartetto per archi in sol minore op. 10 di Claude Debussy è uno dei primi lavori con cui il compositore si fece conoscere da un più vasto pubblico. L'opera ottenne un discreto successo ma lasciò perplessa la critica ufficiale, posta improvvisamente di fronte ad un lavoro nuovo e audace, insolito per lo sviluppo tematico anticonvenzionale, per le innovazioni armoniche, per la scrittura di tipo orchestrale, per la viva sensibilità ritmica. Paul Dukas, uno fra i pochi ad intuire l'originalità e il valore del quartetto, scrisse: «Tout y est clair et nettement dessiné, malgré une grande liberté de forme. L'essence mélodique de l'oeuvre est concentrée, mais d'une riche saveur. Elle suffit a imprégner le tissu harmonique d'une poesie penetrante et originale...». L'inizio del primo movimento del Quartetto è caratterizzato da una esposizione vigorosa del tema principale; questo tema, rapido e breve, concepito nel modo frigio, si afferma sin dalla prima battuta e si ripresenterà più o meno trasformato in tutto il lavoro. Il secondo tema ha l'andamento calmo e regolare di una dolce melodia ed è cantato su terzine del secondo violino e del violoncello, dal primo violino e dalla viola ad un intervallo di nona. La riesposizione si svolge liberamente. Il secondo movimento ha il carattere di un Lied: fin dalla prima battuta, numerosi divertenti pizzicati, incrociati ad un tipico ritmo ostinato, danno al brano il colore di una serenata. Il dolce e carezzevole terzo tempo è ugualmente composto alla maniera di un Lied: vi compaiono due temi e il largo impiego di sordine determina effec e sfumature speciali. Nel Finale ricompaiono i temi dei precedenti movimenti, ma con ritmi diversi e con armonie nuove.
Il Quartetto di Roma è il risultato dell'esperienza cameristica e concertistica dei suoi componenti, accomunati dal desiderio di continuare la prestigiosa tradizione quartettstica italiana. Il Quartetto dedica la propria attenzione, oltre che al repertorio fondamentale per quartetto d'archi, anche a lavori meno conosciuti dell'800 e '900 italiano nell'intento di riscoprire una tradizione strumentale che per troppo tempo è stata ignorata o sottovalutata. Dalla sua fondazione, avvenuta nel 1995, il quartetto si è imposto come uno dei più validi gruppi del genere perfezionandosi ai corsi dell'Accademia Chigiana di Siena con Piero Farulli (Quartetto Italiano) e poi con Raphael Hillyer (Julliard Quartet) e Sadao Harada (Tokyo Quartet). L'ensemble, svolge un'intensa attività concertistica che lo ha fatto apprezzare in Italia, Spagna, Olanda, Norvegia ,Turchia, Estremo Oriente e soprattutto in Germania, dove suona più volte l'anno riscuotendo sempre un grande successo di pubblico e lusinghieri giudizi della critica concorde nell'apprezzarne la trasparenza tecnica e l'intensità espressiva. E' stato ospite di prestigiose manifestazioni quali i Festival di Spoleto, Neuschwanstein, Augsburg (Germania), Orlando (Olanda) e recentemente, alle Settmane Musicali Meranesi. Ha registrato per la RAI, la Radio Nazionale Spagnola e la Bayerischer Rundfunk di Monaco. Nell'Aprile 200tt è stato invitato come quartetto in residenza presso l'Accademia di Belle Arti "Nanyang" di Singapore dove ha tenuto masterclasses e concerti. Nel 2010 ha celebrato i 15 anni di attvità con due apprezzatissimi recitals alla Philarmonie di Berlino e al Palazzo Reale di Madrid sui quattro strumenti Stradivari di proprietà del Museo Reale. Nel 2011 è tornato alla Philarmonie di Berlino per un recital ed ha effettuato una tournée in Spagna durante la quale ha suonato nel prestigioso Palau di tialencia. Il quartetto si è dedicato anche all'attività discografica avviando una collaborazione con Bottega Discantica di Milano, per la quale ha inciso i quintett per archi e clarinetto di Mozart e Brahms (pubblicati nel 2007)tt un cd comprendente il repertorio di tierdi e Puccini per quartetto (2009); i quartetti op 13 e 81 di Mendelssohn e Quartettsatz di Schubert (2010). È di prossima realizzazione l'incisione dei sei quartetti di Mozart dedicati a Haydn. Inoltre, nel 2009 è stato pubblicato dalla Naxos un cd con i quintetti con clarinetto di Reger e Marteau, registrato presso la Bayerischer Rundfunk di Monaco, recensito entusiasticamente dalla stampa (Die Welt, Suddeutches Zeitung, Augsburger Allgemeine, Der Standard).