Mercoledì 11 febbraio

franci festival

Rassegna di concerti di musica da camera.

LE SINFONIE DI BRAHMS I
Matteo FOSSI - Marco GAGGINI
per due pianoforti

Auditorium dell'Istituto, ore 18.00. Ingresso libero.

 

 

PROGRAMMA

INTEGRALE DELLE SINFONIE DI JOHANNES BRAHMS

PER DUE PIANOFORTI
PRIMO CONCERTO

 

Johannes BRAHMS

Sinfonia n.1 in do minore op.68

(trascrizione di Robert Keller, rivista e corretta dall'Autore)    

Un poco sostenuto - Allegro
Andante sostenuto
Un poco Allegretto e grazioso
Adagio - Più Andante - Allegro non troppo e con brio

Sinfonia n.2 in Re maggiore op.73
(trascrizione di Robert Keller, rivista e corretta dall'Autore)

Allegro non troppo
Adagio non troppo
Allegretto grazioso (Quasi Andantino) - Presto ma non assai
Allegro con spirito

        manifestoFRANCIFESTIVAL 2015

 

Fossi GagginiMatteo Fossi e Marco Gaggini si conoscono a Firenze nel 2004 nella classe di Pier Narciso Masi, Maestro che li accompagnerà fino al 2008 in un fondamentale percorso di formazione e perfezionamento. Scoprono presto di essere accomunati dalla medesima visione del pianoforte e del suo ruolo nei nostri tempi: suonare insieme a quel punto ha rappresentato il modo più naturale per portare avanti le proprie idee.
Nel 2006, quasi per caso, vengono a conoscenza della trascrizione originale per due pianoforti della Quarta Sinfonia di Johannes Brahms. La studiano, la eseguono in concerto, si legano ad essa con un affetto speciale. Inizia così un cammino, lento quanto avvincente, fatto di studio e ricerca, di pause e ripensamenti. Questa partitura è stata come un sasso lanciato nell’acqua: le onde da essa create, o, parafrasando, gli interrogativi da essa posti, hanno obbligato a guardare oltre, a cercare altre pagine simili, ad indagare sulla loro storia, sul loro significato e il loro valore estetico.
Il duo pianistico prende una direzione precisa, nasce “Twopianosproject”: l’intento è restituire al pianoforte il ruolo di “strumento” libero di esplorare non solo il proprio repertorio, ma di farsi portavoce della Musica in senso lato, così come veniva inteso dai più grandi musicisti dell’Ottocento e del primo Novecento.
Accanto al repertorio tradizionale per la formazione a due pianoforti, il campo delle trascrizioni d’autore diventa il terreno prediletto di ricerca. Nel 2009 il Duo Fossi-Gaggini incide per Fenice DM le versioni per due pianoforti della Quarta e della Prima Sinfonia (quest’ultima in prima registrazione assoluta) di Johannes Brahms. Il disco viene molto apprezzato dalla critica e dalla stampa specializzata. Gli stessi consensi arrivano per la seconda produzione: il cofanetto edito da Universal Clasic & Jazz con la registrazione di tutte e quattro le sinfonie di Brahms nelle versioni per due pianoforti (l’op. 73 in prima registrazione assoluta).

«[...]I due giovani strumentisti, che al “progetto” si sono preparati con uno studio preliminare molto accurato...realizzano il loro compito con grande professionalità e autentico senso musicale. Molti problemi esecutivi sono gli stessi di una versione con orchestra. Problemi qui risolti in modo eccellente». (Riccardo Risaliti, Musica, 2009)

«Due giovani pianisti in missione con Brahms [...] colgono la lineare densità del discorso nella severa serietà del suono pianistico. La marea sonora evocata dall’orchestra brahmsiana, piena e risonante, diventa al pianoforte una asciutta dimostrazione dei contenuti evidenziati dalla fremente emotività connaturata al brano ma dimostrata con la commovente forza di convincimento della logica che comprende e svela». (Claudio Strinati, Il Venerdì di Repubblica, 2009)

«[...]interpretazioni solide e lucide, i due interpreti mostrano di saper fraseggiare con nobiltà, il Finale della Quarta è risolto magnificamente in tutto il suo splendore sonoro e in tutta la sua forza drammatica». (Luca Segalla, Musica, 2011)

Il progetto discografico Brahmsiano si conclude nel 2012 con l’incisione della Sonata op.34/b, le Variazioni su un Tema di Haydn op.56/b e la versione per pianoforte a quattro mani della Ouvertüre Tragica op. 81. Il disco è edito da Decca. Anche il repertorio delle trascrizioni per pianoforte a quattro mani è terreno di scoperta: oltre all’Ouverture di Brahms, Fossi e Gaggini eseguono in prima italiana la versione della Nona Sinfonia op. 70 di Shostakovich curata dall’autore, oltre a trascrizioni più conosciute come quella di La Mer di Debussy.
Il Duo si impegna a fondo in un progetto musicale all’anno: il 2013 è la volta di Bartòk e Ligeti. Per la prima volta, in un unico progetto discografico, viene registrata l’intera opera per due pianoforti dei due autori ungheresi: una sfida ardua, forse la più complessa fino ad ora affrontata. Ancora trascrizioni avvincenti (Il mandarino meraviglioso e Suite op. 4 di Bartok), ancora dei “giganti” per questa formazione (Sonata per due pianoforti e percussioni di Bartòk, Tre Pezzi di Ligeti). Il doppio cd è edito da Brilliant Classics. Nel 2015 Brilliant pubblicherà l'ultima "avventura" discografica del Duo, dedicata a Schönberg e alla sua scuola.
Accanto al lavoro di ricerca e di incisione, l’attività concertistica: il Duo dal 2007 si è esibito in importanti festival e sale in Italia, anche in diretta Radio (fra i quali: Auditorium di Milano, I Concerti del Quirinale di Roma, Fondazione W. Walton di Ischia), Francia (Parigi), Polonia (Varsavia), Austria (Vienna, Arnold Schönberg Center) e Corea del Sud (Seoul)

JOHANNES BRAHMS: LE SINFONIE PER DUE PIANOFORTI
I primi a suonare le sinfonie di Brahms non furono degli orchestrali, bensì due pianisti: Brahms ed Ignaz Brüll (rinomato virtuoso e un modesto compositore, che vantava fra gli amici anche Eduard Hanslick e Gustav Mahler). L’ordine cronologico delle versioni a due pianoforti non corrisponde a quello delle partiture per orchestra: la prima ad essere scritta fu quella della Terza Sinfonia, nel 1883, e due anni dopo fu la volta della Quarta; l’op.68 e l’op.73 furono arrangiate in questa veste solo nel 1890, per mano di Robert Keller, di cui parleremo più avanti.

In realtà di versioni pianistiche delle prime due sinfonie ne esistevano già. Brahms aveva infatti l’abitudine di eseguire in anteprima in nuovi lavori per orchestra ad una cerchia ristretta di fidati e stimati amici, primi fra tutti Clara Schumann e Theodor Billroth, e ovviamente queste audizioni si tenevano al pianoforte. La Prima Sinfonia fu eseguita in una versione solistica e nella versione a quattro mani, nel 1876; la Seconda, ancora una volta a quattro mani, nel 1877 (in entrambi i casi il luogo deputato fu sempre la sala espositiva del laboratorio di pianoforti di Ehrbar, a Vienna, ed il secondo pianista sempre Ignaz Brüll). Dopo quest’ultima occasione Brahms si rese conto che la formazione a quattro mani era troppo esigua per restituire la densità di un’orchestra: nel 1883 appunto l’autore scelse i due pianoforti e presentò la Terza Sinfonia in forma privata a novembre (sempre da Ehrbar e sempre con Brüll). La prima esecuzione con l’orchestra andò in scena il 2 dicembre, a Vienna, sotto la direzione di Hans Richter; la versione pianistica fu pubblicata da Simrock, lo storico editore di Brahms, nel Marzo/Aprile del 1884, circa un mese prima della partitura originale.

Più notizie si hanno riguardo la prima esecuzione della versione a due pianoforti dell’op.98. Siamo nell’ottobre del 1885 (solito luogo e solito collega), ed il pubblico è formato dai critici Hanslick, Kalbeck, Dompke e Pohl, dal direttore d’orchestra Hans Richter e da Theo­dor Billroth, medico e musicista dilettante. Brahms aveva ultimato la sua ultima sinfonia nell’estate appena trascorsa fra i monti della Stiria. La platea è sì di una manciata di persone, ma fra le più rinomate, stimate e influenti della vita musicale viennese (che in quest’occasione non mostrarono però particolare perspicacia e lungimiranza). Al termine dell’esecuzione del primo movimento infatti seguì un lungo ed imbarazzante silenzio, rotto dalle parole di Brahms indirizzate a Brüll: “Andiamo avanti“, e subito seguite dall’esclamazione di Hanslick, che confessò di aver avuto durante l’esecuzione “l’impressione di essere stato flagellato da due individui di intelligenza mostruosa“. Fu Hans von Bülow a credere nel lavoro di Brahms: la prima si tenne il 25 di ottobre a Meiningen, dopo 15 giorni di prova con l’orchestra (un periodo eccezionalmente lungo). Anche in questa occasione fu la versione pianistica ad essere pubblicata per prima (maggio 1886) rispetto alla partitura per orchestra (ottobre 1886).

Brahms ebbe a che fare con le trascrizioni lungo tutta la sua carriera, sempre in bilico fra entusiasmi, approvazioni e rigetti. La trascrizione poteva essere un dono per gli amici più cari, come Clara Schumann, Theodor Billroth o i coniugi Herzogenberg, i soli che potevano comprendere l’intima essenza delle sua Musica. Ma poteva essere anche un mezzo per sperimentare un nuovo lavoro e per diffondere la propria musica in un’epoca in cui non esistevano microfoni e dischi. Infine - lato da non sottovalutare - era una grossa fonte di guadagno, in special modo per un editore scaltro come Fritz Simrock che, incurante dell’opinione di Brahms, era solito pubblicare trascrizioni di ogni sorta. Non poche sono le lettere dai toni minacciosi che Brahms inviò all’editore, deprecando quella che lui definiva una vera e propria mania di trascrivere ed arrangiare ogni cosa.

Principale autore di queste trascrizioni fu Robert Keller. Nato nel 1828, Keller fu pianista (insegnò nel Conservatorio di Berlino), compositore ed editore. Il suo nome è indissolubilmente legato a quelli di Simrock e Brahms: la sua principale attività lavorativa fu infatti quella di arrangiatore e correttore di bozze presso la ditta di Berlino. Se le prime edizioni di musiche di Brahms, a partire dal 1871 fino al 1891, furono molto accurate e precise, fu proprio grazie al lavoro minuzioso di Keller. Egli considerava la sua mansione non solo un mezzo di sostentamento, ma una vera e propria missione nei confronti di un compositore che stimava e adorava. Brahms da parte sua ricambiava la stima, ma solo per quanto concerneva il lavoro di editore, non certo per quello di arrangiatore. Fare una trascrizione, soprattutto di musica altrui, non è affatto semplice: troppa fedeltà al testo ed un eccessivo rispetto non sono sempre d’aiuto. Il materiale originario deve essere trattato con molta libertà per potersi adattare al nuovo mezzo espressivo e Keller era troppo diligente per prendersi queste licenze.

Nel 1888 Brahms scrisse a Simrock domandando notizie circa un’eventuale pubblicazione di versioni per due pianoforti delle prime due sinfonie: gli sarebbe piaciuto molto occuparsene personalmente, poichè aveva una particolare predilezione per questa formazione e più volte gli era stato richiesto (probabilmente da Clara); vi dovette però rinunciare per mancanza di tempo. Suggerì a Simrock il nome di Theodor Kirchner che già altre volte si era occupato di trascrivere la sua musica, e sconsigliò vivamente di affidare l’incarico a Keller. Con una mossa poco chiara Simrock fece esattamente al contrario e informò solo due anni dopo Brahms, che fu così costretto, scetticamente, ad accettare. Una volta sfogliati questi arrangiamenti però ne rimase felicemente stupito perchè la qualità era nettamente superiore agli altri lavori di Keller. Scrisse a Simrock: “… non mi sono dispiaciuti affatto, anzi mi hanno procurato una gioia genuina. Non solo sono scritti in un modo commovente e diligente, ma sono anche piacevoli da ascoltare e scritti sapientemente. Le mie dita avrebbero suonato in modo diverso - ma non ho nient’altro da desiderare e cambiare in questo buon lavoro“. In realtà Brahms, affezionatosi alle trascrizioni, decise di dare alcuni consigli e suggerimenti a Keller prima della pubblicazione definitiva, come ci testimonia l’ultima lettera della loro corrispondenza giunta a noi. Questa volta Keller aveva fatto il suo capolavoro, e sebbene il metodo adottato nel trascrivere percorra strade diverse rispetto a quelle scelte da Brahms il lavoro dimostra una notevole padronanza dei mezzi compositivi, la consapevolezza delle possibilità dello strumento e un’ottima conoscenza delle Sinfonie e della loro resa sonora. Questi arrangiamenti rappresentano non solo i migliori ma anche gli ultimi lavori portati a termine da Keller: già alla fine del 1890 egli aveva cominciato a soffrire di gravi problemi di salute ed il declino fu assai rapido. Morì il 16 giugno 1891, all’età di 63 anni.

Nel 1890 Brahms scrisse a Clara Schumann: “Forse ti interesserà sapere che le mie due prime sinfonie escono in un arrangiamento per 2 pianoforti. Purtroppo non di mano mia (mi piace scrivere per due pianoforti), ma trascritte con cura e diligenza da Rob. Keller e forse a gioia tua e di altri in una versione facile da suonare, senza ottave e tremoli faticosi!!”. Sembra quasi una réclame pubblicitaria: “…facili da suonare, senza ottave e tremoli faticosi…”. Ma sarà poi vero?

 

Marco Gaggini e Matteo Fossi

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